Non capita spesso di avere tra le mani un monitor capace di cambiare davvero il modo in cui guardiamo le immagini. Quando Adcom, in collaborazione con EIZO Italia, mi ha proposto di provare il nuovo ColorEdge Prominence CG1, ho sentito subito la curiosità di metterlo alla prova in un contesto reale.
Case Study ColorEdge
Sergio Cremasco: la mia esperienza con l’EIZO ColorEdge Prominence CG1
Testare il futuro dell’immagine

L’occasione perfetta si è presentata durante i test macchina (Arri Mini LF) e fotografici per il film italo-sloveno “Tartuferies” di Igor & Irena Sterk, con la direzione della fotografia di Stefano Paradiso dell’Associazione CCS Collettivo Chiaroscuro.
Un teatro di posa, scenografie costruite, diversi set di ottiche – in primis le Zeiss Super Speed e delle splendide ottiche vintage russe Optom Oberkovhen 1:2 – e una troupe in piena preparazione. Insomma, il contesto ideale per capire se un monitor non è solo “eccellente sulla carta”, ma se diventa davvero uno strumento di lavoro affidabile e prezioso.
La prima impressione: naturalezza

La prima cosa che ho apprezzato del Prominence CG1 è stata la sua naturalezza. Non è un monitor che impone la propria presenza, ma uno strumento che si lascia usare, che mette le immagini al centro.
Il software di gestione, ColorNavigator 7, è chiaro, semplice e immediato: in pochi minuti e con alcuni test mirati, ho avuto la certezza di lavorare su un pannello calibrato con grandissima precisione.
Nessuna complicazione, nessuna barriera tecnica, nessuna serie infinita di setup arzigogolati: la tecnologia qui diventa davvero al servizio della visione.
Leggere l’immagine in profondità
Con la Arri Mini LF sapevo di avere a disposizione una dinamica enorme. E qui è arrivata la prima sorpresa: grazie al pannello dual-layer e alla capacità di sostenere i 1000 nit senza limiti o artifici, ho potuto leggere le immagini con una chiarezza sorprendente.
Nelle alte luci, la resa era pulita, distinguibile, trasparente; nelle basse luci, i dettagli rimanevano vivi senza mai chiudersi. Riuscivo a leggere tono su tono anche dettagli molto scuri con estrema precisione.
È in questi momenti che capisci il valore di un reference monitor: ti permette di vedere davvero cosa c’è dentro l’immagine e di prenderne coscienza prima ancora di entrare in post-produzione. Come amo dire «what you see is what you get»
Stabilità e coerenza
Un altro aspetto che mi ha colpito è stata la stabilità. Durante lunghe giornate di lavoro, con continui cambi di set e ambienti di ripresa, il monitor non ha mai mostrato incertezze.
La luminanza rimaneva costante su tutto lo schermo, dall’angolo in alto a sinistra fino all’angolo in basso a destra, senza differenze percettibili. La resa cromatica era solida, sempre affidabile.
Questa continuità è fondamentale: quando sai che lo strumento non ti tradisce, puoi dedicarti davvero a guardare, analizzare e scegliere.

Fedeltà cromatica: la verità davanti agli occhi
La fedeltà cromatica è un altro punto che ho apprezzato profondamente. I colori non solo erano coerenti da bordo a bordo, ma soprattutto erano credibili, “veri” agli occhi.
Non ho mai avuto la sensazione di guardare un’immagine artificiale o “costruita dal monitor”. Era come se stessi osservando la scena direttamente, ma con una precisione e una profondità che mi aiutavano a comprenderla meglio.
Uno strumento di dialogo creativo
Un altro aspetto, che per me è un punto nodale di tutto il progetto di luce di un film, è quando uno strumento come il Prominence CG1 diventa un vero e proprio strumento di dialogo. Con Stefano Paradiso, il DOP, e con il regista, abbiamo potuto confrontarci davanti a un’immagine solida e credibile, che restituiva esattamente ciò che ci saremmo trovati nel file registrato. Questo ci ha aiutati a fare scelte concrete: sull’uso delle ottiche (alla fine abbiamo adottato le Optom, a dir poco meravigliose), sul bilanciamento dei set costruiti, sulle atmosfere e sulla scelta dei costumi.

Ma soprattutto ci ha permesso di costruire un nostro linguaggio comune: parlare la stessa lingua, la lingua del film. Il DOP ragionava con la sua sensibilità sulla luce, io con il mio sguardo da colorist, e il regista con la sua visione narrativa. Davanti a un’immagine così fedele le nostre prospettive si sono allineate: ciò che vedevamo era davvero ciò che avremmo ritrovato in post-produzione. Questa condivisione immediata riduce fraintendimenti, anticipa decisioni e rende il flusso creativo più fluido e consapevole.
Un monitor così non è soltanto un “controllo tecnico”: diventa parte integrante del processo creativo.
Efficienza e fiducia nel risultato
Questa chiarezza ha conseguenze molto pratiche.
Lavorare con un monitor così affidabile significa risparmiare tempo e denaro: si arriva in post con un materiale già discusso e compreso da tutti, con meno sorprese e meno revisioni. Ogni scelta fatta sul set trova conferma in grading e in proiezione, senza scostamenti o delusioni.
E non è solo una questione economica: è una questione di fiducia. Sapere che il look che vedi oggi durante i test sarà lo stesso che incontrerai domani in sala di color correction ti dà sicurezza e serenità. Ti permette di concentrarti sull’essenza del lavoro e sul linguaggio del film, senza dover inseguire correzioni continue. È questa certezza, rara e preziosa, che rende il Prominence CG1 non solo uno strumento tecnico, ma un vero alleato creativo.


Conclusione: un compagno di lavoro
Dopo queste giornate intense, mi porto a casa una convinzione chiara: l’EIZO Prominence CG1 non è solo un monitor reference HDR dalle specifiche straordinarie. È un compagno di lavoro affidabile, capace di rendere il mio mestiere di colorist più preciso, più consapevole, e al tempo stesso di arricchire il dialogo creativo con il direttore della fotografia e regista.
In un settore dove la precisione tecnica è indispensabile ma non basta, avere uno strumento che ti accompagna con semplicità, chiarezza e profondità di sguardo è, davvero, un valore raro.
Informazioni su Adcom
Adcom srl nasce a Bologna nel dicembre 1992, per volontà di Enrico Dal Brollo, Marcello Guidelli e Stefano Mariani, che vi integrano le proprie capacità commerciali maturate in diverse esperienze nel campo video professionale anche in strutture di distribuzione nazionale.
L' attività è inizialmente incentrata sulla fornitura di apparecchi per la produzione video e audiovisivi in ambito locale, ma è all’inizio degli anni duemila che si allarga all' intero territorio nazione grazie alla scelta di abbracciare l' attività di e-commerce via web.
L' attività viene successivamente estesa al noleggio degli apparecchi per produzione video ed ai servizi audiovisivi per eventi e manifestazioni.

Gli anni successivi vedono Adcom impegnata a ottimizzare lo sforzo commerciale ma soprattutto a consolidare il rapporto con i propri clienti incentrato sulla fiducia, l' integrità e l' etica aziendale.
Cresce anche l' attività di distribuzione B2B di materiale video sia in distribuzione esclusiva che di grandi brand, anche sul mercato estero.
Nel 2018 l' organico sale a 31 collaboratori e si decide di spostarsi nella attuale sede, operativa da settembre 2019 con ampi spazi dedicati a show room e sala corsi, sala posa, nuova logistica in grado di movimentare una sempre più grande quantità di materiale.



