
La corretta riproduzione del colore è sempre stata un problema per tutti i professionisti del campo: fotografi, grafici, stampatori, addetti al montaggio e alla post-produzione video, web designers.
Negli ultimi anni c’è stato un grande parlare di profili colore, di calibrazione, di coerenza cromatica nel corso del flusso di lavoro: tutti argomenti che fanno parte della materia chiamata “gestione del colore”. Quello che spesso però non passa è che una non corretta gestione del colore non è sufficiente a garantire una resa cromatica aderente alle nostre aspettative; servono anche strumenti in grado di riprodurre il colore al meglio. In altri termini, un monitor di qualità mediocre resta mediocre anche quando viene descritto dal migliore dei profili, così come un’automobile discreta ben carburata difficilmente potrà competere con una Ferrari.
Un dispositivo accurato non è ancora sufficiente: deve essere anche versatile. Le esigenze di chi si occupa di stampa fotografica non sono le stesse di chi vede i suoi lavori stampati in offset; chi si occupa di Web utilizza parametri ancora diversi. Il sogno, in un certo senso, sarebbe quello di avere più monitor in un monitor solo.
Il mio EIZO CG247 lo permette: è sufficiente premere il pulsante MODE sul pannello per avere accesso a dieci impostazioni predefinite che istantaneamente permettono di passare da una visualizzazione all’altra, standard o impostata dall’utente. Un esempio: per ritoccare e post-produrre le immagini mi serve un gamut ampio, ovvero una tavolozza di colori estesa; e mi serve impostare un punto di bianco che produca una visualizzazione coerente con le prove di stampa che andrò a realizzare. Se però ho bisogno di capire come un’immagine particolarmente variopinta verrà visualizzata su un monitor standard, il cui spazio colore è assimilabile al ben noto spazio standard sRGB, posso farlo in pochi secondi. Allo stesso modo, se mi serve una visualizzazione più aderente ai parametri comunemente utilizzati per il Web, con una luminanza più elevata e un aspetto generale più freddo delle immagini, posso di nuovo ottenerla in un attimo.
Lo strumento di calibrazione incorporato completa le sue misure (sia in fase di caratterizzazione che di validazione) in pochissimo tempo, e produce risultati coerenti e ripetibili grazie a un software che, a differenza di certi, è intuitivo ed efficace.
L’omogeneità del pannello è impressionante e non si notano cadute di luminosità o colorazioni indesiderate ai bordi dello stesso. Inoltre, cosa per me fondamentale, la “pasta” di ciò che vedo è estremamente morbida. Questo è il monitor che, finora, mi ha mostrato l’approssimazione più vicina al risultato della maschera di contrasto in stampa: un problema ben noto e annoso, non semplice da risolvere.
Trovo fondamentale anche la possibilità di effettuare manovre che portino a una corrispondenza visiva di massima con una stampa, a seconda delle condizioni di illuminazione, e poter profilare il monitor in base ai parametri di calibrazione che derivano da questa interazione con il mondo reale. Se si sa bene cosa si sta facendo e perché, questa opzione può risultare utilissima per chi ha un output che non rimane confinato al monitor ma finisce sulla carta.
Infine, la versatilità degli ingressi: passare da una sorgente a un’altra è immediato, e la qualità della riproduzione interamente digitale è consistente tra le varie sorgenti.
Aggiungo, perché non è cosa da poco, la velocità e la cortesia che caratterizzano i rapporti con la ditta madre, e la disponibilità e preparazione degli operatori. Si spera sempre di non avere problemi, ma se dovessero insorgere è meglio avere un interlocutore affidabile. Altri utenti confermano, se ce ne fosse bisogno, la mia impressione.
Concludo con un piccolo episodio di vita professionale vissuta.
Sono passato al CG247 a metà di un lavoro di post-produzione di fotografie architettoniche destinate ad un catalogo. Verificando alcuni files realizzati il giorno prima, mi sono fermato sorpreso a osservare una posterizzazione piuttosto sgradevole nel cielo di uno di essi. Ero sorpreso perché non l’avevo minimamente notata fino a quel momento. Incuriosito, ho ricollegato il monitor appena sostituito e ho verificato: non l’avevo notata semplicemente perché non veniva riprodotta. Se ne potevano vedere gli artefatti nei canali, ma il composito aveva un aspetto perfetto. Però la posterizzazione c’era, e in stampa mi avrebbe probabilmente riservato una sorpresa molto sgradita. Non solo a me, ma anche al mio cliente. E non si può dire a un cliente “parla con il mio monitor”, giusto?
Sul pannello EIZO l’ho vista subito, e in pochi secondi ho potuto correggere il problema. Non so se mi sono salvato da una contestazione o quanti soldi ho risparmiato, ma di certo so una cosa: sulla carta, il mio vecchio monitor mostrava un’immagine apparentemente migliore perché la massaggiava dissimulandone i problemi. Secondo questo criterio, l’immagine appariva più “bella”. Ma io non ho bisogno del bello e del velluto, nel mio lavoro: ho bisogno di un riscontro chiaro, fedele e inequivocabile.
Con EIZO, ho avuto finora tutti i riscontri che mi sono serviti.
Marco Olivotto
Color Correction & Retouch
Teacher, consultant and writer in the field of color manipulation and reproduction
www.marcoolivotto.com